LA MIA VITA ZERO WASTE
La bolzanina Elisa Nicoli “da sempre” vive con l’obiettivo “di non pesare sulla terra. Questa è la sua storia.
Una vita a impatto zero: ci vogliono anni per arrivarci. Ma Elisa Nicoli, autrice di un libro di successo dal titolo evocativo, “Plastica addio”, oggi è considerata un modello cui tutti dovremmo tendere, se il nostro obiettivo è quello di lasciare il nostro pianeta meglio di come l’abbiamo trovato. Documentarista, autrice, camminatrice, autoproduttrice: questa giovane donna bolzanina incarna molti ruoli, ma è soprattutto una persona che impatta poco, pochissimo, sul nostro pianeta, dal punto di vista delle risorse materiali. Basta uno sguardo alla sua giornata, e un rapido confronto con la nostra, per rendercene conto. A cominciare dalla prima colazione: “Ogni mattina, quando mi sveglio, impasto e cuocio in appena 10 minuti una sorta di piadina fatta di farine comprate sfuse. La mangio con marmellata autoprodotta e miele locale (restituendo i vasi vuoti all’apicultore)” racconta Nicoli. I suoi vestiti sono usati o in cotone organico, il lavoro flessibile e completamente autogestito le consente di organizzare i suoi spostamenti prioritariamente per evitare di emettere gas nocivi per l’ambiente: “In città mi muovo a piedi o in bicicletta. Se devo andare fuori città mi muovo coi mezzi pubblici oppure, se questo non è possibile, chiedo passaggi da coloro coi quali devo lavorare”. La cura della casa e del corpo rispecchia questo atteggiamento: “Uso solo prodotti bio, autoprodotti per il 90%. Ciò che non riesco ad autoprodurre (ormai solo il detersivo per i panni e il detergente intimo) lo compro sfuso o in contenitori effettivamente riciclabili”.
Come la colazione, anche gli altri pasti sono organizzati in modo consapevole non solo delle esigenze del corpo ma pure di quelle del contesto ambientale. “Non vado mai al supermercato a fare la spesa. Una volta acquistavo tutto coi GAS (Gruppi di Acquisto Solidale), ma mi arrivava tutto impacchettato in plastica. Perciò adesso compro frutta e verdura sfusa al mercato bio o da un produttore locale. Le materie prime per produrre cibo le compro nei negozi di prodotti sfusi, con i miei vasi in vetro o con i miei sacchetti di cotone organico. Posso andare quando mi pare, non avendo orari fissi di ufficio. È piacevole fare gli acquisti nei piccoli negozi di prossimità, perché crei relazioni e fai due chiacchiere e due risate, che ti mettono di buon umore” racconta Nicoli, centrando l’altra faccia positiva dell’agire nel rispetto del pianeta: i rapporti umani. Molte cose per lei non sarebbero possibili senza le altre persone, ma proprio così lei ha impostato la sua vita: all’interno di una rete di persone con cui scambiare prodotti ma anche esperienze e racconti.
All’inizio la sua era una minoranza, mentre oggi gli ecologisti sono assurti al rango di nuovi eroi. Una trasformazione che Nicoli ha sperimentato in prima persona: “Il cambio di immagine che noi ecologisti stiamo vivendo in questi ultimissimi anni è stato enorme. Ci sono sempre meno persone che ci considerano dei poveretti fissati e sempre più persone che invece ci ammirano e cominciano a capire il nostro valore. Essere ambientalista deve diventare cool e lo sta diventando. Soprattutto fra i più giovani, come i componenti dei movimenti Friday for Future e Extinction Rebellion: gente che a breve potrà votare e perciò della loro opinione presto anche ai politici converrà tener conto. Questo dà grande fiducia per il futuro”. Proprio conoscere il movimento Friday for Future Südtirol è stata una fonte di grande gioia per Nicoli: “Alla loro età combattevo contro i mulini a vento, le multinazionali. Ero vista come una persona pazza e fissata. Loro lavorano invece per il bene comune e questa comunione di intenti mi commuove. In Alto Adige poi il movimento è completamente bilingue, slegato da qualsiasi senso di appartenenza culturale. E così deve essere. Siamo su di un unico pianeta che sta cercando di eliminare il suo parassita più grande. Solo insieme, senza alcuna barriera di colore, credo politico, religione, lingua saremo in grado di sopravvivere”.
Certo, se si prende come metro di paragone la vita di Nicoli, provare a cambiare la propria può apparire frustrante o perfino impossibile. Ma iniziare si può. Il consiglio di Nicoli è quello di sfruttare la creatività, dandosi priorità chiare e definite: “Trovate quell’ambito della vostra vita che istintivamente vi viene più facile da modificare. Non deve diventare un’auto-coercizione, ma piuttosto una sfida appassionante: “Cosa posso inventarmi per pesare meno sulla terra rispetto a questo particolare tema della mia vita?”. La cosa più semplice, forse, è partire dai rifiuti: prendere coscienza della quantità di plastica e più in generale di rifiuti che produciamo. Chiediamoci: “Quali sono i settori nei quali produco più plastica e più rifiuti indifferenziabili?”. C’è chi si accorgerà di essere sommerso dai flaconi di detersivi, chi di cosmetici, chi di imballaggi alimentari. Così si può iniziare a ragionare su quale settore investire più energie per cambiare stile di vita e passare dall’usa e getta al durevole. E cominciare a trovare strategie per acquistare più contento che contenitori, ad esempio cercando i prodotti sfusi o in vetro a rendere”.
Vuoi di più? Segui LP su Facebook e Twitter oppure ricevi la tua copia direttamente a casa!