La rivoluzione dell'acqua
Negli ultimi 20 anni il sistema dell’energia in Alto Adige ha vissuto profonde trasformazioni anche grazie all’autonomia. Ne parliamo con Flavio Ruffini, direttore dell’Agenzia provinciale per l’ambiente.
Dottor, Ruffini dosa è cambiato grazie all’autonomia nel settore dell’energia?
Gli ultimi 20 anni hanno rivoluzionato il sistema energetico altoatesino. Siamo passati dall’opportunità, non sfruttata al meglio, di poter bandire gare ad una nuova occasione di potere bandire e gestire tutte le concessioni idroelettriche con maggiore partecipazione dei territori nel massimo rispetto delle regole comunitarie, dell’interesse pubblico e della trasparenza. Siamo usciti dallo scandalo per le grandi concessioni attraverso il loro riesame e siamo giunti all’introduzione dei fondi ambientali a favore dei territori interessati. Ciò significa, che privati che usano un bene pubblico per un interesse privato, sono costretti a condividere i propri vantaggi con i territori. È stata elaborata una nuova legge per il rilascio di concessioni di piccole e medie derivazioni idroelettrici fino a 3MW che ha aumentato la trasparenza, dato più peso alle esigenze ambientali, confermato l’interesse pubblico anche per le centrali da 220 kW a 3 MW e confermato il ruolo fondamentale delle cooperative storiche. Inoltre, è stato esteso anche a questi impianti l’obbligo di pagare fondi ambientali. Va anche considerato che nel 2017 dopo mesi di contrattazioni intensi si è arrivati a una modifica dell’articolo 13 dello Statuto di autonomia che assegna alla Provincia la competenza primaria nel settore delle concessioni idroelettriche. Inoltre, in base alle disposizioni dello Statuto di autonomia, della norma di attuazione e della legge provinciale, con la dotazione finanziaria che i concessionari delle centrali idroelettriche sono tenuti a fornire alla Provincia, sarà possibile per la Giunta provinciale disporre il conferimento di un cosiddetto bonus elettrico ai cittadini alleggerendo la loro bolletta. Inoltre la collaborazione con TERNA per le grandi infrastrutture di distribuzione e trasmissione è stata portata ad un nuovo livello. Questo ha dato subito dei frutti collegando l’Alto Adige maggiormente con l’Austria e l’Europa: attraverso il Passo del Brennero e il collegamento attraverso il passo Resia. Non per ultimo adesso la ristrutturazione dell’intero sistema di alta tensione in Valle d’’Isarco. Senz’alcun dubbio oggi possiamo affermare che gli sviluppi, nonostante un periodo sicuramente non facile, sono positivi.
In che modo la Provincia è riuscita a superare la cosiddetta disputa dell’energia?
A fine 2014 in connessione con la mancata assegnazione di tutte le concessioni idroelettriche che erano state assegnate nel periodo 2009/2010, nell’ambito della cosiddetta disputa dell’energia la Provincia si è dovuta confrontare con una richiesta di risarcimento danni pari a 1,3 miliardi di euro. Era venuta meno la sicurezza giuridica e soprattutto la fiducia dei cittadini. La disputa si è però risolta con un risarcimento pari a 0 euro. Dopo l’insediamento del tavolo sull’energia, la rivalutazione delle concessioni e l’assunzione da parte della Provincia delle quote di Enel e Edison, infatti, le trattative hanno portato nel 2016 alla creazione della società energetica altoatesina Alperia, al 100 per cento in mano pubblica e altoatesina. Le sue partecipazioni nelle centrali medie e piccole sono state trasferite ai Comuni, come promesso. La Giunta nell’ottobre 2018 ha approvato la cessione a Selfin, società partecipata in toto dai Comuni, dell’8,07% delle azioni che la Provincia deteneva in Alperia. In questo modo la quota della Provincia è passata dal 54,45% al 46,38%. e i Comuni detengono la maggioranza della società energetica. Il Comune di Bolzano e il Comune di Merano, detenevano già il 21% delle quote di Alperia ciascuno, e la stessa Selfin il 3,55%. Entro il 2019 la Provincia predisporrà una bozza per la nuova legge provinciale entro il 2019 seguendo i principi di massima trasparenza, rispetto ambientale, equità sociale, innovazione tecnologica e partecipazione dei territori interessati. Dovrebbe essere approvata nel 2020 e consentire l’elaborazione dei bandi di gara ad evidenza pubblica per 7 centrali. Sono già scadute le concessioni per le centrali idroelettriche di Marlengo, Vizze, Brunico e Lappago; entro il 2020 scadranno le concessioni per le grandi derivazioni idroelettriche di Ponte Gardena, Curon, Rio Premesa. Le gare d’appalto potrebbero essere pubblicate nel 2022 in modo da giungere all’assegnazione delle concessioni entro la fine della legislatura.
Qual è l’aspetto di maggior rilievo per il rilascio di nuove concessioni?
L’ambiente, ritengo. Le oltre 1000 concessioni a scopo idroelettrico, la sete del settore agricolo e il nostro stile di vita fanno sì che la pressione sui nostri torrenti sia sempre maggiore. All’aumento della pressione antropica sul fabbisogno di risorse idriche si sovrappone un altro fenomeno con effetti incalcolabili: il cambiamento climatico. Se da un lato saremo chiamati sempre di più a confrontarci con periodi di siccità in particolare nella stagione estiva, dall’altro crescono i fenomeni straordinari con rischi di inondazione e acque alte. Ecco perché gli aspetti ambientali devono assumere un ruolo più importante nella gestione delle risorse idriche. Dobbiamo assolutamente prendere coscienza che oggi non è più tutto fattibile, magari nonostante un numero ingente di misure di mitigazione o fondi di compensazione. In quest’ottica, la nuova legge del 2015 ha apportato una modifica paradigmatica nel rilascio della concessione: una centrale non può essere autorizzata, qualora risulti non compatibile con le esigenze ambientali, indipendentemente dai fondi ambientali che il richiedente intende mettere sul piatto a compensazione dell’impatto ambientale dell’impianto sul territorio d’incidenza. Prima che si apra una procedura ad evidenza pubblica per il rilascio di una nuova concessione idroelettrica viene valutata la compatibilità dell’iniziativa con le misure strategiche, in particolare con il Piano generale dell’utilizzazione delle acque pubbliche PGUAP e le indicazioni fissate dalla Giunta provinciale per i tratti di corsi d’acqua particolarmente sensibili per i quali non possono più essere rilasciate nuove concessioni e torrenti, dove invece una simile richiesta è possibile, ma deve essere valutata a fondo. Questo in attesa del piano tutela acque, in fase di finalizzazione. Dopo questo primo vaglio i progetti per il rilascio di una concessione idroelettrica devono superare una valutazione ambientale a livello di progetto (Conferenza dei servizi per centrali piccoli o medie e Comitato VIA per centrali grandi). Solo per taluni progetti che passano queste verifiche a pieni voti, possono ambire al secondo livello di valutazione, dove una parte importante della valutazione costituiscono i fondi ambientali.
Quali sono le novità nella collaborazione con TERNA per le grandi infrastrutture di distribuzione e trasmissione dell’energia?
Negli ultimi anni si è trovata anche una nuova dimensione nella collaborazione con TERNA, che in passato non era sempre facile. L’hanno facilitata i nuovi approcci di compartecipazione dei territori interessati e una progettazione partecipativa che si basa maggiormente sulle esigenze territoriali. Già nel 2012/2013 dopo anni di discussioni si è iniziato con il ripristino della cosiddetta Wiltener Leitung attraverso il Brennero. Questo Linea di 132 kV è il primo legame energetico diretto tra il Tirolo e l’Alto Adige. Per entrare in funzione si attende la realizzazione di una sottostazione elettrica un po’ più a sud della località Brennero. Inoltre, è stato autorizzato un collegamento completamente nuovo attraverso il Passo Resia che verrà realizzato totalmente in cavo sull’orografica destra del lago di Resia per arrivare alla stazione elettrica situata a Glorenza. Il tracciato è stato condiviso con il territorio attraverso un tavolo tecnico con i Comuni e grazie a open Day per il confronto pubblico con i cittadini interessati. È, invece, in fase di autorizzazione la tratta tra Sluderno e passo dello Stelvio, che porterà la linea dell’alta tensione in Regione Lombardia. Con la realizzazione delle linee ferroviaria di alta capacità, BBT e linea d’accesso tra Fortezza e Ponte Gardena, il sistema elettrico in Valle d’isarco finale prevedeva originariamente oltre alle sei linee esistenti altre due linee, specificatamente dedicate all’alimentazione dei trafori. L’Agenzia per l’ambiente e la tutela del clima nell’ambito delle verifiche sulla tratta Fortezza e Ponte Gardena è riuscita a portare prima i tecnici a sedersi intorno ad un tavolo per verificare le opportunità di sfruttare al massimo delle sinergie tra i vari interessi e per migliorare così anche la situazione ambientale in questa valle. Da questa riunione sono seguite verifiche più approfondite culminate nello storico accordo tra Provincia, Terna e RFI, sottoscritto il 26 giugno 2018. Ora la progettazione è entrata nella fase della concretizzazione. Oltre al tavolo tecnico coordinato dall’Agenzia per l’ambiente e la tutela del clima, è stato attivato un tavolo dei sindaci di tutti i Comuni coinvolti per potere condividere ogni passo della progettazione. Per i cittadini della Val d’Isarco si sono svolti dei veri e propri open day al fine di condividere i tracciati con le persone direttamente interessate. Un approccio simile non si è ancora avuto in provincia di Bolzano.
In che cosa consiste questo progetto innovativo?
Il progetto di razionalizzazione della rete ad alta tensione in val d’Isarco comporterà l’eliminazione di una gran parte delle line aeree esistenti. È prevista la demolizione di circa 260 km di elettrodotti e la sostituzione di sei tracciati ad alta tensione. Il progetto porterà ad un ammodernamento di un sistema di alta tensione un po’ datato, aumenterà l’efficienza energetica, assicurerà l’approvigionamento non solo di una vallata intera, ma di tutta la parte occidentale dell’Alto Adige, oltre naturalmente ad assicurare l’alimentazione della nuova ferrovia. Nel contempo, vengono elaborati studi per integrare altre opportunità con questo progetto. Si parla di portare l’alimentazione ferroviaria da 3 kV a 25kV e l’uso di tralicci come smart tower per monitorare il territorio ai fini antincendio, per smottamenti ed altri utilizzi.
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