#3 Autonomia
Una squadra al servizio di tutti coloro che viaggiano sulle strade altoatesine: i 480 stradini della Provincia proteggono quotidianamente gli automobilisti dai pericoli

Un venerdì d’estate, sono le 4 del mattino. Il tempo non potrebbe essere migliore. Si parte. Hubert Pfeifer inizia il giro. Non si tratta di un giro in montagna, né di una gita al mare. Sta andando a pulire le strade provinciali. „Bisogna fare presto, fra poco arriva il traffico dei lavoratori“ dice. Un lavoro normalissimo per uno stradino. Poco prima delle 8 vengono ripulite dall’erba e dai sassi le strade meno trafficate. „Ad alcuni automobilisti dà fastidio la presenza di verde lungo le strade, ma senza di esso la visibilità sarebbe peggiore“ spiega Hubert. Lo stradino si ricorda ancora di quando è avvenuto il passaggio di competenza dallo Stato alla Provincia. Per 17 anni fu dipendente dell’ANAS, per altri 21 anni della Provincia. Oggi è capo degli stradini del tratto Spondigna-Passo Stelvio.

L’obiettivo è rimasto sempre lo stesso: intervenire per garantire la sicurezza, con pala, macchine per pulire il manto stradale, asfaltature, controlli. “A volte l’impegno è così grande che occorrerebbe essere dappertutto nello stesso momento” dice Hubert. Ad esempio quando nevica. “Da noi non ci sono orari di lavoro fissi, quando nevica siamo in servizio per 11 ore di fila, domeniche e festivi inclusi” spiega. Per prima cosa gli stradini puliscono le strade, poi spargono il sale e ghiaino contro il congelamento. Spesso i mezzi percorrono per ore lo stesso tratto di strada, avanti e indietro, finché non smette di nevicare. Un frequente auspicio fra gli stradini riguarda il fatto che gli automobilisti attrezzino la propria auto con le gomme invernali. Ogni volta che un’auto resta bloccata deve bloccarsi anche il servizio di sgombero della neve. Nell’inverno dello scorso anno i 480 stradini della Provincia hanno effettuato 300.000 ore di servizio, con oltre 240 mezzi lungo i 2.826 chilometri di strade provinciali e statali.

“A volte – spiega Pfeifer – abbiamo anche paura”. Specialmente in quegli inverni con molta neve e un elevato rischio valanghe. “Certe volte è capitato che anch’io restassi parzialmente sepolto da una slavina con il mio mezzo. Non è stata una bella esperienza” ricorda. Siamo a giugno, mentre Pfeifer racconta ed effettua l’ultimo controllo sulla strada dello Stelvio. La famosa strada che raggiunge il passo si snoda su 48 tornanti che partono da Trafoi e conducono al passo a 2.757 metri di quota. Ma anche le frane non sono un pericolo da sottovalutare. “Spesso arriviamo per primi sul posto e dobbiamo intervenire subito” spiega. In particolare Pfeifer ricorda la primavera del 1987. All’epoca la strada era sommersa dalle acque di scioglimento delle nevi e da una pioggia intensa. “In queste situazioni di pericolo devo decidere in fretta per gli utenti della strada, per i colleghi e per me stesso, poiché sono io stesso il primo a trovarmi in pericolo” spiega ancora.

Hubert coordina i 12 lavoratori del magazzino di Montechiaro e della sede staccata del Servizio strade di Stelvio, decide turni e ferie. A  Franzenshöhe nel Comune di Trafoi incontra i suoi collaboratori Bruno Wieser, Clemens Reinstadler, Roland Gusch e Rudolf Burger che arrivano con le frese da neve e le ruspe dalla strada dello Stelvio. E’ venerdì sera poco prima delle 17: riunione operativa nella vecchia sede ANAS, che ora appartiene alla Provincia, e che oggi viene usata come rimessa per i veicoli. Perfetto, sabato la strada può riaprire. Non c’è più neve. Finalmente. Da settimane la squadra ci sta lavorando. Ancora poco tempo fa c’erano 4 metri di neve da spalare, ripulire i pendii, riparare i muretti, sistemare il manto, ripulire la strada e ripristinare la segnaletica orizzontale che ogni autunno viene rimossa. Ora la squadra è visibilmente soddisfatta. Hubert però deve ancora fare un sopralluogo circa 2 chilometri a monte di Trafoi e prima di partire chiama alcuni colleghi che stanno asfaltando una strada in Vallelunga. Fino alle 19 sono ancora in servizio sull’asfalto che raggiunge i 100 gradi di temperatura. Sopra Trafoi, in località Laner, qualche giorno fa è esondato il torrente. Terra e pietre hanno ingombrato la strada, impendendo il passaggio. In poche parole, la strada andava chiusa al traffico. Dopo un paio di giorni di lavori le cose vanno meglio. Lo pensano anche i carabinieri, che sono anch’essi intervenuti in soopralluogo. La strada può essere riaperta. Le ruspe hanno sgomberato la strada da terra e pietre, scavato nuovamente un letto per il torrente e sistemato la vegetazione. Un „Hupfer“, macchinario pensato appositamente per interventi su territori scoscesi sta ancora lavorando sul pendio più ripido. I tre macchinari sin qui utilizzati non sono di proprietà del Servizio strade bensì di una ditta specializzata incaricata dal direttore del Servizio strade della Val Venosta Stephan Bauer. „In caso di necessità o quando abbiamo bisogno di macchinari specifici, ci rivolgiamo a ditte specializzate“ spiega Bauer. Anche durante il servizio invernale le piccole imprese svolgono un ruolo fondamentale. Le imprese locali hanno svolto buona parte dei lavori per il Servizio strade. Solo nel 2018 hanno ottenuto incarichi per quasi il 100% die lavori da svolgere per un importo di 11,5 milioni di euro. Quando non si rivolge a ditte locali, il Servizio strade fa uso del proprio parco macchine, attrezzature adeguate e officine – il tutto distribuito capillarmente su 40 punti d’appoggio in tutta la provincia. Ogni 12 chilometri di rete stradale si trova un veicolo necessario per svolgere il servizio, che fanno in tutto un parco di 230 mezzi.

“Oggi siamo organizzati e dotati di tutta la strumentazione. Non è mai stato così” spiega Hubert. Molto è migliorato da quando le strade sono di competenza della Provincia. Il 1 luglio 1998 la Provincia è diventata improvvisamente titolare non solo di 1.800 chilometri bensì di 2.745 chilometri di strade. “Per noi avere strade in buono stato ed efficienti è una cosa scontata, ma il passaggio dallo Stato alla Provincia non è stato così semplice. Sono state necessarie diverse trattative, e anche adesso le strade richiedono moltissimo lavoro” spiega l’assessore alla mobilità Alfreider. “La mobilità è un bisogno primario di ciascuno di noi. Per questo è ancora più prezioso il lavoro svolto dai nostri stradini, formati ed efficienti, fra cui figurano moltissimi ex dipendenti ANAS. “Prima, quando avevamo bisogno di qualcosa, dovevamo rivolgerci all’ufficio ANAS di Bolzano. I da lì i collaboratori dell’ANAS contattavano la propria sede centrale a Roma e si consultavano con i loro capi. Potete immaginare quanto tempo ci volesse prima che un intervento potesse partire” spiega Pfeifer. L’ANAS aveva pochi collaboratori e mezzi, le strade venivano semplicemente controllate, asfaltate e dotate di cartelli. “Ora possiamo fare molto di più, come ad esempio piccoli interventi di messa in sicurezza” spiega Hubert. “Spesso abbiamo raggiunto i luoghi d’intervento in autostop o con la nostra auto privata. Chi come noi era in servizio sulla strada del Passo Stelvio doveva accorciare un po’ il manico delle pale: solo così ci stavamo nelle auto sportive che si fermavano per darci un passaggio” ricorda Hubert. Solo in 9 mesi e 1 settimana si riuscì ad assumere la competenza e a sistemare il 43% delle strade aggiuntive. Ancora 20 anni fa l’ANAS investiva 45 milioni di euro ogni anno sulle strade dell’Alto Adige. La stessa somma che l’Alto Adige ha ricevuto annualmente dallo Stato per assumere la competenza delle strade, che in vent’anni fanno 900 milioni di euro. Nello stesso periodo però i soldi spesi per la sistemazione delle strade qualcosa come 2,3 miliardi di euro. Oggi solo per la manutenzione delle strade vengono effettuati 200 interventi l’anni spiega il direttore del Servizio strade Philipp Sicher. Il budget si aggira sui 50 milioni di euro.

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