Uffici pubblici, più legno anti-co2
Un nuovo piano provinciale prevede di usare più legno a km 0 nell’edilizia pubblica e in quella abitativa sociale e agevolata. Tra le sue varie proprietà il materiale è in grado di stoccare grandi quantità di CO2.
Perseguire la sostenibilità, trasversalmente, a 360°, in tutti gli ambiti di azione. È l’obiettivo che si è posta la Giunta provinciale per i prossimi anni. Tra le misure del Piano Clima 2050 se ne andranno così a inserire altre per raggiungere gli obiettivi prefissati di riduzione delle emissioni di anidride carbonica CO2. Si parla di misure innovative per l’edilizia pubblica e sociale, in prima battuta, e, quindi, per l’edilizia abitativa agevolata, che puntano all’uso rafforzato del legno per ristrutturazioni e nuove costruzioni. A queste misure sta lavorando un gruppo di lavoro coordinato dalla Ripartizione foreste. Ne fanno parte esperti delle Ripartizioni edilizia e servizio tecnico, edilizia abitativa, natura, paesaggio e sviluppo del territorio, e di quella enti locali, nonché dell’Agenzia per l’ambiente e tutela del clima, dell’Agenzia CasaClima, e di IDM Alto Adige. Il loro mandato: fissare criteri riferiti all’uso del legno come materiale edilizio nell’edilizia pubblica, quale misura attiva per la protezione del clima e come buona pratica per sensibilizzare e, quindi, incentivare, anche i privati ed i Comuni.
Il legno è una materia rinnovabile fortemente presente in Alto Adige, il cui territorio è caratterizzato al 50% da superfici boschive. “Il legno ha una qualità, forse non così conosciuta ai più: è in grado di stoccare al suo interno grandi quantità di CO2 per centinaia di anni” fa presente Mario Broll, direttore della Ripartizione foreste, che spiega “la CO2 viene fissata dall’albero all’interno del suo tronco tramite la fotosintesi clorofilliana che, con la forza del sole, fissa il carbonio e lo immagazzina, lo stocca. Impiegando il legno quale materiale edilizio, questa funzione di stoccaggio permane a lungo, mentre ha termine se il legno viene bruciato, dal momento che il carbonio si libera nuovamente nell’aria tramite la combustione”. Dalle analisi emerge che 1 metro cubo di legno essicato contiene 215 chili di ossigeno, 30 chili di acqua, 5 kg di elementi diversi e ben 250 chili di carbonio, che corrispondono a 0,9 tonnellate di CO2. L’impiego di legno in edilizia consente di prolungare la durata dello stoccaggio della CO2, immagazzinamento che può essere ulteriormente prolungato se il legno usato nelle costruzioni trova un reimpiego dopo una ristrutturazione, mentre il legno non riutilizzabile può essere impiegato quale biomassa ai fini energetici. Si parla di utilizzazione a cascata e di utilizzo/riciclo energetico. Il legno è così ancor più sostenibile.
Per la Ripartizione foreste, che lo coordina, nel gruppo di lavoro opera Angelika Aichner. “Stiamo lavorando alla formulazione di criteri applicativi sia per l’edilizia pubblica e sociale che per quella abitativa agevolata” fa presente la funzionaria che spiega come “l’obiettivo è stabilire una percentuale fissa annua di opere pubbliche, nuove costruzioni e ristrutturazioni, da realizzare utilizzando legno certificato da coltivazioni sostenibili PEFC”. Si pensa ad una percentuale vincolante del 10% rispetto al numero delle opere. Dal 2008 in Alto Adige è già imposto per legge l’impiego di legno certificato per l’edilizia pubblica, ovvero di legno derivante da una gestione forestale sostenibile, impiego che è previsto già nella fase di progettazione. Anche nei programmi dell’edilizia sociale sono già previsti interventi con l’impiego di legno nelle costruzioni. Le azioni singole già in essere devono però divenire sistema istituzionale.
“Il passo ulteriore è quello di puntare all’impiego di legno certificato a km 0 per l’edilizia pubblica e sociale. Si tratta di legname derivante da gestione forestale sostenibile; per km 0 si intende il tragitto meno impattante, ovvero il legname proviene da un’area in un raggio compreso tra i 200 e 300 km di distanza”.
“Inoltre, si sta studiando la possibilità di incentivare i committenti privati che impiegano il legno nella costruzione della propria casa o di case da destinare a terzi. Si pensa a un cosiddetto bonus CO2 che potrebbe essere erogato attraverso un aumento delle agevolazioni per l’edilizia abitativa”, fa presente Aichner. In questo, come spiega, ci si avvale del know how dei controllori del processo di qualificazione CasaClima. In particolare “Gli esperti dell’Agenzia CasaClima forniranno indicazioni in merito alle percentuali di legno quale elemento costruttivo che dovranno essere presenti per quantificare i livelli di contributo”. Si pensa anche a finanziamenti prioritari per i Comuni nell’ambito dei finanziamenti annuali.
Le modalità di costruzione di un edificio in legno sono varie, fa presente Alessia Biotti, architetto presso la Ripartizione edilizia e servizio tecnico. Si parla di “costruzione in legno” se un edificio ha una struttura portante statica di pareti, soffitti e tetto costituita da legno massiccio o materiali in legno. Si ha, invece, una “costruzione o ibrida/mista” nel caso di un edificio i cui componenti primari/strutturali sono costituiti non solo da legno, ma anche da altri materiali (ad esempio legno-calcestruzzo, legno-acciaio, legno-altro). Nella realizzazione di un’opera, soprattutto se pubblica, vanno rispettate varie e complesse esigenze (strutturali, coibentazione termica, acustica, durabilità nel tempo e flessibilità solo per citarne alcune) e normative (non ultima antincendio, normative tecniche costruzioni, specifiche per l’ambito di progettazione, ecc…).
“Mentre l’utilizzo del legno in edilizia può essere una soluzione valutabile per una sopraelevazione per il contenuto peso dello stesso rispetto ad una costruzione tradizionale, nel caso di edifici di notevoli dimensioni è preferibile optare per un utilizzo misto di legno ed altri materiali ‘tradizionali’”, sottolinea Biotti che precisa che si parla di utilizzo misto ad esempio per realizzare i vani ascensore e scale nonché i sanitari, gli interrati o specifici vani tecnici, questo al fine di garantire l’evacuazione in sicurezza in caso di incendio come richiesto dalle norme antincendio o per tutelare la costruzione in caso di perdite di acqua. La sfida di una costruzione in legno non è banale. Da una parte, la progettazione deve essere spinta al massimo dettaglio: non è possibile delegare alcune scelte alla fase di realizzazione. Dall’altra, soprattutto in ambito pubblico si lavora con normative e vincoli antincendio che si differenziano da Stato a Stato, con la conseguenza che le realizzazioni eseguite in ambito nazionale debbano essere sottoposte a modalità costruttive di maggiore complessità rispetto ad altri stati europei. “Si tratta di un cambio di registro: in cantiere non si costruisce più come siamo abituati a vedere oggi, ma si assembla, e questo costringe ad una progettazione attenta e dettagliata di tutti gli aspetti che hanno a che fare con le costruzioni (edile, struttura, impiantistica, sicurezza, eccetera…)”, spiega Biotti. Se da una parte l’edificio procede velocemente grazie alla prefabbricazione, dall’altra, la fase di progettazione e realizzazione in fabbrica vede allungare i tempi. “La sfida per il futuro per tutti gli attori coinvolti nella filiera di progettazione e realizzazione sarà quella di affrontare una nuova cultura del progetto e della costruzione. Tale processo è in parte già in corso”, fa presente Biotti.
Per costruzioni pubbliche complesse per funzione e dimensioni l’utilizzo del legno potrebbe essere consentito previo rivestimento e trattamento a discapito dell’estetica del legno. Al di là di questo però, rimane lo scopo finale e virtuoso dell’utilizzo del legno, vale a dire la sostituzione di materiali che nella fase di produzione, esecuzione e smontaggio comportano un maggiore impiego di energia e maggiori emissioni di gas nocivi per l’ambiente.
“Sostenere l’utilizzo di legname derivante da selvicoltura sostenibile a km 0 costituisce un’azione che punta anche a sostenere la filiera locale del legno, pregna di sapere antico, di cultura, abbinati a know how moderno”, afferma l’assessore alle foreste Arnold Schuler. Quella altoatesina è una selvicoltura caratterizzata da una gestione attiva e sostenibile dei boschi dal punto di vista ambientale, economico e sociale. Da 60 anni la gestione forestale è di tipo naturalistico, segue i processi della natura. Il prelievo di legno segue, infatti, il rinnovo del bosco. Ogni taglio avviene secondo una gestione pianificata. Tali vincoli sono importanti sia dal punto di vista naturalistico che per la tutela dell’interesse pubblico e privato. Il bosco svolge, infatti, anche una funzione di protezione del territorio da eventi calamitosi. Il bosco copre oltre il 50% della superficie dell’Alto Adige. Il 68% sono di proprietà privata, il 28% di proprietà pubblica, il 2% sono di proprietà del demanio provinciale ed il 2% della Chiesa. 8 Ispettorati forestali e 38 stazioni forestali fungono da punto di riferimento e supporto nella gestione forestale sostenibile per i proprietari boschivi. Il sistema è completato dalla filiera del legno che vanta professionalità e conoscenza. Un sistema validissimo che ha dimostrato la sua valenza nel recente evento della tempesta di Vaia. In attesa della definizione dei criteri, con l’avvallo dell’assessore all’edilizia pubblica Massimo Bessone è già stata definita una lista di potenziali opere pubbliche da realizzare con l’impiego del legno. Si tratta di una lista indicativa che dovrà , caso per caso, essere sottoposta ai necessari approfondimenti.
Consci dell’importanza del legno in edilizia, la Ripartizione edilizia e servizio tecnico già in passato ha optato per l’utilizzo del legno: tra le opere già realizzatevi sono il rifugio al Sasso Nero (ultimato nel 2018) e la ristrutturazione e l’ampliamento del Polo scolastico italiano a Vipiteno, inaugurato nell’autunno 2019. Nel corso dei prossimi anni seguiranno la sistemazione e ampliamento del centro scolastico “Falcone e Borsellino” a Bressanone, la nuova sede della Stazione forestale di Nova Ponente. Vi sarà l’uso del legno anche per la costruzione di palazzine abitative sull’areale dell’ex caserma Cantore a San Candido e per la sistemazione e ampliamento del centro visite Geopark Bletterbach ad Aldino (come tema espositivo e nella parte degli allestimenti interni). Legno anche per il rifugio Palla Bianca a Curon Venosta, per il risanamento del tetto della scuola professionale “Claudia de’ Medici” a Bolzano e per l’ampliamento della scuola superiore “Gandhi” a Merano. Si parla di utilizzo del legno anche per la ristrutturazione e l’ampliamento del centro sociale “Trayah” a Brunico e per la musealizzazione della Villa romana a San Paolo/Appiano. Anche per la demolizione e ricostruzione del palazzo della Regione a Bolzano e la nuova costruzione di un edificio per laboratori flessibili a servizio del Centro sperimentale Laimburg a Vadena si valuterà con grande attenzione l’impiego del legno come materiale da costruzione trattandosi di edifici di maggiore complessità (tenuto conto delle dimensioni, della tipologia di funzioni presenti, del contenuto edilizio esistente in cui si inseriscono).
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